Generale e uomo politico romano. Figlio minore di Pompeo Magno, assistette
impotente all'uccisione del padre, mentre lo accompagnava in Egitto (48 a.C.),
prefiggendosi il compito di vendicarlo. A questo proposito, assunti i soprannomi
di Magno e Pio, si unì agli altri Pompeiani, conducendo operazioni
militari contro le fazioni cesariane, riportando due sconfitte decisive a Tapso,
nell'Africa settentrionale (46 a.C.) e a Munda, in Spagna (45 a.C.). Intraprese,
quindi, azioni di guerriglia, evitando, tuttavia, anche in seguito all'uccisione
di Cesare (15 marzo 44 a.C.), di unire le sue forze con quelle dei cesaricidi
Bruto e Cassio. Un primo accordo con il Senato gli garantì
l'impunità e la restituzione dei beni. Successivamente, nel tentativo di
limitare la potenza di Antonio e Ottaviano, gli venne conferita
l'autorità assoluta sulla flotta e sulle comunicazioni marittime, carica
che era stata del padre, ed egli pose la sua base a Marsiglia (43 a.C.).
Costituitosi il secondo triumvirato,
P. fu condannato e iscritto sulle
liste di proscrizione. Intraprese allora una guerra marittima, riuscendo a
impadronirsi della Sicilia, della Sardegna e della Corsica, dalle quali poteva
assalire e saccheggiare le coste italiane e dirottare i vettovagliamenti
provenienti dall'Africa. Sfruttando inizialmente i contrasti fra i triumviri,
P. riuscì a rinsaldare la sua posizione; dopo la guerra di Perugia
(40 a.C.) sottoscrisse con Ottaviano e Antonio l'accordo di Miseno (39 a.C.), in
base al quale, in cambio della riduzione della flotta, gli venne riconosciuto il
possesso delle isole e dell'Acaia, e gli fu conferito il Consolato, senza che
dovesse recarsi a Roma. L'accordo, tuttavia, rimase disatteso per il rifiuto di
Antonio di cedere l'Acaia. Nel 37 a.C. si rinnovò la guerra marittima,
potendo Ottaviano contare su una flotta aggiuntiva costituita dalle navi di
Lepido, trasferite in Sicilia presso Lilibeo. Il tradimento di Menodoro,
ammiraglio di
P., permise a Ottaviano di riconquistare la Sardegna e la
Corsica; affidato il comando della flotta ad Agrippa, Ottaviano riportò
vittorie a Mile e a Nauloco (novembre 36 a.C.), costringendo
P. alla
fuga. Passato in Asia Minore,
P., dopo aver invano tentato la
sollevazione della regione, fu catturato in Frigia e ucciso (75 a.C. - Mileto 35
a.C.).